Versi dell'epoca (incompleti)
In questi versi risalenti al periodo della costruzione dell'acquedotto, troviamo molto ben descritte le tensioni venute si a creare.
Il responsabile dei lavori (forse) l'architetto Pasquale Poccianti è paragonato A Nembrot re Babilonese, secondo la tradizione costruttore della torre di Babele ed esempio di superbia arroganza, descritto da Dante nell'inferno come uno dei giganti custodi del cerchio dei traditori.
II Ma il bon governo la sentenza a data fatta ne sia una stima pulita venne persona saggia incumbensata che la fece dirò tutta compita la nota a chi si aspetta ne ha mandata e chi ha sofferto chiede la partita dice il Ministro che legge la somma il conto va ben la riprova non torna III E sconsolato quello addietro torna credea di aver trovato la cuccagna si gratta il capo come chi ha la rogna e teme che ci sia qualche magagna gli disse Franceschin vattene e torna che un giorno nescirai dalla tua vagna io temo che li scritti alti e sovrani tanto diranno oggi che dimani V Son disperati tutti i contadini che li convien badar la notte e il giorno per liberarsi da questi assassini convien dagli occhi lor perdere il sonno spero che finiranno gli zecchini e si desistirá questo contorno quando averan finito i fichi e l’uà ogniuno ne anderà a casa sua VI Senti Nenbrot questa colpa e tua vedo che la disgrazia e stata mia mi hai fatto disurpare i fichi e l’uà e poi con gli altri siei andato via in quanto a me fiat voluntas tua ma tu la pagherai in fede mia finirà finirà la tua cuccagna quando verrà per te il dies magna VII Il Cottimante sento che si lagna vol far dimolto foco e non ha legna a preso a rode un osso e una castagna ha desistito e più non ci si impegna ma quel che è peggio ci e un 'altra magagna già sò che nel suo cor quella ci regna se lo dico mi faccio compatire ponso e riponso e non li posso dire VIII Vi e cinque poveretti sento dire si vanno nei ridotti a lamentare del suo sudor non si posson servire e in grazia tua li convien digiunare chi son costoro ve lo voglio dire acciocché li possiate confortare il nome suo dirovvi a verso secco e pippo becho togno nanni e ceccho IX Basta per non pigliare un granchio a secco terminar voglio questo mano scritto e nella fine comporrò un sonetto se dal estro gentil sarò provvisto lessi che Faraone omo imperfetto fu quel gran re che governò l’egitto era superbo scellerato e rio che non volle obbedir neppure a Dio |
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